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La scrittura invecchia

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Si comincia come per magia

pensando sia facile trovare la via

della leggerezza nei suoni delle parole,

ordinate in versi per misure e colore.

Sembra di starsene a mezz’aria

come un uccello che lascia lontano

la sua ombra e cantando beve tutto il cielo.

Ma ora che non mi è rimasto quasi niente

e sono caduti  la luna  le stelle i firmamenti

e più non sono le cose dei miracoli viventi,

vengono fuori dal petto solo domande stanche

e fanno male il vuoto delle persone morte o abbandonate,

gli strappi al cuore nella nebbia della memoria,

Come sono pesanti le parole

Come sanno di oggetti consumati

O di spine che trafiggono la gola.

Le rose sono sfiorite. L’umido autunno

fa marcire le foglie, stende nuvole sui pensieri

che volevano salire fino a Dio ed invece tornano

nella mano che scrive e  lentamente respira

sfogliando ad uno ad uno i fogli bianchi.

 

 Flora Pontillo - 20/08/2015 00:44:00 [ leggi altri commenti di Flora Pontillo » ]

Sono bellissime le immagini che si susseguono in crescendo, dando il senso del mutare del tempo nel corso della vita, definito da un tratto di penna.

 Gian Piero Stefanoni - 18/06/2014 12:55:00 [ leggi altri commenti di Gian Piero Stefanoni » ]

Quanta nudità in questi versi e quanta remissione al cielo da cui nasce. La scrittura se invecchia se si sa o pensa insufficiente qua rinasce nella dilatazione nel suo tema più grande. Silenzio di sè nel cuore che lo pulsa.. Dio ancora nell’espansione che lo investe. Grazie Franca

 Lorenzo Mullon - 17/06/2014 11:59:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

una poesia per parlare di sé, con sé, e allora è come per Whitman, cantare se stessi alzandoci in piedi, nient’altro merita la nostra preghiera se non noi stessi, Noi non siamo secondi a nessuno
lo scrivevo ieri in un commento, vicino ai Frari qualcuno ha scritto su un muro con un gessetto bianco: You are real and free
e non importa se in malinconia, la malinconia è solo uno stato d’animo, e quindi esteriore, nonostante sembri interiore

 Marco G. Maggi - 17/06/2014 10:48:00 [ leggi altri commenti di Marco G. Maggi » ]

Con gli anni aumenta l’esperienza, ma aumenta anche il numero delle persone che ci lasciano, ci vengono a mancare certi entusiasmi,ci si sente aridi di slanci e le illusioni della giovinezza si dimostrano sempre più per quello che sono state, illusioni appunto. Lo scrivere poesia può essere (per me lo è) anche una specie di preghiera, un parlare con Dio, ed il silenzio di un dialogo, che si avverte sempre più come monologo, negli anni ci fa sentire soli e le pagine delle nostre parole con Lui diventano sempre più bianche. Ma è necessario andare avanti a scrivere, perchè ormai è diventato sinonimo di vivere e di sentirci comunque attaccati ad uno spicchio di cielo. Un caro saluto

 Guglielmo Peralta - 17/06/2014 10:30:00 [ leggi altri commenti di Guglielmo Peralta » ]

Nella malinconia, nel dolore, nel disincanto è ancora poesia! Essa mette ali alle parole, nonostante siano divenute "pesanti" ed è sempre un dono se riempie di meraviglia gli occhi del lettore! E se la scrittura si ’annuvola’, non nasconde il cielo che respira nella mano, pronto a ’versare’ il suo carico d’inchiostro, a ridare colore alle pagine della vita passata e futura!

Nel tuo caso, cara Franca, la scrittura invecchia bene!

 Cristiana Fischer - 17/06/2014 09:50:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

lo dici bene, ed è anche per me di conforto: è in quella mano che scrive e lentamente respira la nuova scrittura di un’altra età

  Cristina Bizzarri - 17/06/2014 09:43:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Come la sento questa tua poesia. La sua malinconia non di maniera, ma umile, un sentimento del tempo, del nostro umano tempo che scorre e ci fa scorrere, e su questo non ci sono parole che possano essere più leggere della vita, o della morte o del vuoto lasciato dai morti che abbiamo amato. Allora la poesia diventa tutt’uno con il respiro e con il giro del sangue, ci scandisce la vita e il pensiero entrandoci nei tessuti. Diventa il nostro stesso ritmo vitale. Ma oltre non si può andare, una volta che si "sa" che anche le parole hanno un destino, in un Destino che ci oltrepassa.

 Ferdinando Battaglia - 17/06/2014 08:18:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Si legge come un figlio i vuoti di una madre, come un discepolo alla porta del maestro sotto il peso della prova; si legge come un ammiratore l’opera più bella e amata di una poetessa amata.
Grazie, Franca, di tutto e per sempre.

 Loredana Savelli - 17/06/2014 06:48:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Quale meravigliosa umiltà e confidenza: la scrittura invecchia ma non rinuncia alla sua funzione di "salire fino a Dio". Tornare nella mano è ancora dono.
Ciao Franca, che bella poesia.

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